Intervista a Pietro Rolando – ana asti

Intervista a Pietro Rolando

La Sezione ANA di Asti ha svolto nell’anno 2022, una ricerca relativa ai militari italiani internati nei lager e campi di lavoro nazisti in Germania nell’ultimo conflitto mondiale, denominati IMI (Internati Militari Italiani).
La ricerca, effettuata in collaborazione con alcuni Gruppi della Sezione, ha dato significativi risultati .
Infatti grazie a una disponibile ed efficiente squadra di lavoro si è pervenuti a fare ottenere ai figli o nipoti 23 medaglie d’onore.
La ventiquattresima medaglia è stata consegnata personalmente al Signor Pietro Rolando, reduce ancora in vita.
Al Signor Pietro è stata fatta un’intervista dal Giornalista Beppe Rovera e dalla sua collaboratrice Signora Cristina Fasolis una settimana prima che gli venisse consegnata la medaglia d’onore.
Pietro Rolando è uno dei circa 650 mila militari italiani fatti prigionieri, spogliati delle armi e spediti nei campi di concentramento nazisti dopo l’8 settembre del 1943. Oggi, a 99 anni, ricorda anche la beffa giocatagli da un destino che, comunque, gli risparmiò il peggio. Già, perché il padre, nella speranza di preservarlo da temibili trasferimenti sui fronti caldi della guerra, al momento della sua chiamata alle armi cercò protezioni tra le conoscenze locali riuscendo a far sì che il figlio da Alpino diventasse Fante e fosse assegnato a un reparto di stanza ad Alessandria . Fu catturato dai tedeschi, proprio ad Alessandria, in forza al 37° Reggimento Fanteria.
Il 27 gennaio, giorno della Memoria, nel salone della Provincia di Asti il Prefetto Carlo Ventrice, alla presenza delle autorità astigiane civili, militari e religiose, e davanti agli studenti degli Istituti scolastici Castigliano e Giobert gli ha consegnato la Medaglia d’onore quale “unico superstite tra gli insigniti, tra gli ultimi testimoni della deportazione nei campi di prigionia nazista”. Con lui medaglie e riconoscimenti sono andati anche ai figli di altri 18 militari dell’astigiano internati: Giovanni AMELIO, Cesare BERRUTI, Massimo Eugenio BORGO, Giuseppe BOTTO, Luigi CAPELLO, Pietro CONTINO, Sergio DAGNA, Luigi DURIZZOTTO, Carlo Luigi GARBERO, Giuseppe GHIONE, Carlo Pietro GINO, Bruno GOSLINO, Oreste GRIMALDI, Gaspare IMARISIO, Domenico LAIOLO, Pierino LEARDI, Edoardo MERANO e Giovanni Giuseppe PENNA, tutti deportati e ormai defunti. “Un’occasione – ha spiegato il Prefetto, rivolto soprattutto ai ragazzi – per riflettere su certe pagine di Storia che, lungi dall’essere un mero racconto di fatti antichi, acquistano oggi, anche alla luce del conflitto bellico in Ucraina, un significato fondamentale ed un valore quanto mai attuale nella nostra vita quotidiana ”
Arruolato e subito catturato, prigioniero di guerra, deportato, il fante Pietro Rolando non collaborò coi nazisti, lavorò nelle fabbriche tedesche, visse nelle baracche, finché fu liberato dagli americani. Oggi, a 99 anni, guarda la vita scorrere dalla finestra del suo alloggio di Canelli. Non fosse per le gambe deboli e quella sordità che un po’ lo imbarazza, non mancherebbe certo il Circolo delle bocce. Finché ha potuto, fino al 2020, non ha mancato una partita.

Nelle foto:

sua eccellenza il Prefetto di Asti consegna l’onorificenza al reduce Rolando Pietro

anche i due Alpini della Sezione di Asti Remigio Durizzotto  e Giuseppe Goslino hanno ricevuto l’onorificenza in memoria dei loro genitori IMI

intervista di Beppe Rovera, video di Cristina Fasolis

Intervista a Pietro Rolando