Vessillo – ana asti

Il Vessillo della Sezione di Asti: colore verde sul davanti; verde, bianco e rosso sul retro; asta con aquila dorata al centro.

E’ decorato con 3 medaglie d’oro al Valor Militare, 3 medaglie d’oro al Valor Civile e la medaglia della Protezione Civile Nazionale.

Le Medaglie d’Oro al Valor Militare

Ten. Col. Luigi Piglione

Comandante ad Adua (1896) con il grado di sergente. Comandante del Battaglione “Saluzzo” del 2° Rgt. Alpini, caduto eroicamente il 10 maggio 1916
nella conquista del monte Cukla (Carnia).

«Il 4 maggio, dopo aver sostenuto violento fuoco d’artiglieria avversaria, ricacciava con brillante contrattacco il nemico che, in forze, si era gettato sulle
nostre posizioni infliggendogli gravissime perdite e catturando prigionieri.

Il 10 maggio, slanciandosi con mirabile ardimento, alla testa del suo Battaglione, all’attacco di impervia posizione nemica fortemente
difesa da trinceramenti e giuntovi uno dei primi coronava con una morte gloriosa l’opera attiva, intelligente ed entusiastica dedicata, con invitto valore, alla Patria».

Serg. Magg. Cesare Bella

«Comandante di squadra mitraglieri, ricevuto l’ordine di proteggere il ripiegamento della compagnia, visti cadere il tiratore ed i porta munizioni, da posizione scoperta si lanciava sulla mitragliatrice abbandonata riuscendo a falciare in tempo il nemico ormai incalzante. Inceppatasi l’arma, per quanto ripetutamente ferito, solo, imperturbabile, si accingeva a riparare il guasto, tenendo a bada con bombe a mano ed i pochi colpi della sua pistola l’avversario che lo investiva da ogni parte, consentendo cosi al proprio reparto di compiere lo sganciamento e di disporsi su posizioni più favorevoli. Esaurite le munizioni e disperando di mettere in efficienza la mitragliatrice, scaraventata in un anfratto l’arma smontata e, imbracciato il treppiede, si lanciava, nel tentativo di una suprema indomabile resistenza, contro l’orda nemica. Colpito a morte, cadeva, dando l’esempio eccelso di non comuni virtù militari e di alpina tenacia».

Selletta Kapak (Montenegro)
9 aprile 1943

Ten. Vittorio Montiglio

«Nato in Cile da famiglia italiana. educato ad alti sentimenti di amor patrio  l’animo conquisto dagli eroismi e dai sacrifici della nostra guerra la cui eco giungeva attraverso le lettere di due fratelli volontari al fronte; quattordicenne appena lasciò la casa paterna e sprezzando ogni pericolo e disagio venne nella sua Patria.
Nascondendo con la prestanza del fisico la giovanissima età, si arruolava nell’esercito e, dopo ottenuta l’assegnazione ad un reparto territoriale, per sua insistenza, veniva trasferito ad un reparto Alpini d’assalto, ciò che era nei suoi sogni e nelle giovanili speranze.

Sottotenente a quindici anni, comandante degli arditi del Battaglione “Feltre”, partecipò con alto valore ad azioni di guerra rimanendo ferito. Di sua iniziativa abbandonava l’Ospedale per partecipare alla grande battaglia dell‘ottobre 1918, nella quale si distinse e fu proposto per una decorazione al valore.

Tenente a sedici anni, fu inviato col reparto in Albania, dove, in importanti azioni contro i ribelli, rifulsero le sue doti di iniziativa, non fiaccate dalle febbri malariche dalle quali venne colpito. Nella stessa località, salvando con grave
rischio un suo soldato pericolante nelle insidiose acque del Drin, dava prova di elevata sensibilità umana e di civili virtù. Magnifica figura di fanciullo soldato, alto esempio ai giovani di che cosa possa l’amore della propria terra».

Italia-Albania, giugno 1927-giugno 1920.