Asti da Caporetto a Vittorio Veneto – ana asti

Asti da Caporetto a Vittorio Veneto

Ha scelto la data del 24 maggio il Gruppo Alpini di San Marzanotto per commemorare la fase finale della guerra mondiale 1915-1918, quella che drammaticamente si distende per un anno, tra la disfatta di Caporetto (24 ottobre 1917) e la vittoria di Vittorio Veneto (4 novembre 1918). Ma l’ottica del convegno organizzato con la sezione di Asti, dalle 17 di giovedì 24 maggio nel salone della Provincia, non sarà quella militare bensì quella civile, riguardante cioè la popolazione civile travolta in quei mesi dalla necessità di salvare la vita con la fuga dal fronte del Piave, fenomeno di massa allora definito del profugato”. Fenomeno che interessò prima la popolazione friulana e poi quella veneta della valle e della pianura del fiume sacro d’Italia fino a Venezia coinvolgendo più di un milione di persone, composto soprattutto da donne, bambini e anziani.

Questo profugato di massa, non ancora molto studiato nelle sue dimensioni e nei suoi particolari, sarà considerato però soprattutto dal punto di vista della nostra città e provincia nella sua ospitalità  verso le famiglie di profughi e nella sua larga accoglienza nei confronti dei soldati feriti e mutilati sul fronte. Lo spunto per questa ricerca è venuto al gruppo alpini di San Marzanotto dal suggerimento del parroco, don Vittorio Croce, che è tra quelli che si potrebbero definire “figli di  Caporetto” in quanto discendenti di genitori allora ragazzi fuggiti dal fronte del Piave.

Nel caso di don Croce si è trattato della madre, Cecilia Dal Gallo, profuga da Pederobba, destra Piave in provincia di Treviso, con tutta la famiglia ospitata a Montechiaro nella casa di campagna del cav.Giuseppe Sabbione, torinese, allora amministratore dei possedimenti della contessa d’Onigo. Proprio a Montechiaro, parrocchia di Santa Caterina, è infatti registrato l’atto di morte del nonno di Cecilia, defunto l’11 aprile 1919 all’età di 88 anni.

Dal canto suo, Alberto Marello, figlio del noto dottor Gualtiero Marello, legato alla storia di San Marzanotto e della diocesi intera in quanto per anni presidente diocesano di Azione Cattolica, ha cercato e intervistato alcune famiglie con  legami di discendenza o di matrimonio con profughi friulani o veneti e il doppio fenomeno dell’ospitalità astigiana in quegli anni, quello “obbligato” degli ospedali militari ricavati in molti edifici pubblici della città, come ad esempio il Seminario, e quello “umanitario” dell’accoglienza di famiglie profughe, che riguardò oltre 700 persone, tra cui un folto gruppo di bambini accolti all’asilo Lina Borgo.

Gi interventi di don Croce e del dott. Alberto Marello saranno preceduti e inquadrati nel pomeriggio del 24 maggio dalla relazione del docente universitario torinese Gianluigi Gatti, dottore di ricerca in Storia delle società contemporanee, che ha al suo attivo opere sulla prima guerra mondiale e in particolare su Caporetto e dintorni. La sua relazione si potrebbe titolare “Tra Caporetto e Vittorio Veneto sul fronte del Piave”. E’ curioso notare che un altro Gatti figura tra i principali testimoni della guerra del 1915-18 con il suo diario Caporetto, ripubblicato recentemente dal Mulino: si tratta, come noto, di Angelo Gatti da Camerano (1875-1948), che fu a fianco del generale Luigi Cadorna fino alla disfatta e alla destituzione.

Completeranno il quadro degli interventi del convegno, che sarà condotto dal prof. Enrico Cico, i saluti istituzionali, in primis quello del presidente dell’Ana  provinciale, Fabrizio Pighin, che ha fortemente appoggiato l’iniziativa a sostegno del presidente sanmarzanottese Giuseppe Giacosa e del suo vice Giovanni Capitolo, paziente tessitore di tutta l’operazione. Il pomeriggio, che inizierà con l’omaggio al monumento dei caduti alpini in piazza Libertà, sarà pure arricchito da lettura di testi del periodo condotta da Massimo Barbero, tra i quali una scandalosa (allora!) Canzone della speranza, e da canti proposti dal coro Ana Vallebelbo. La conclusione, naturalmente, con rinfresco alpino!

Asti da Caporetto a Vittorio Veneto